La
riflessione linguistica sulla sostenibilità porta ad estendere
l’applicazione di questo concetto ad ambiti anche molto diversi tra di
loro; ricca di interesse è l’applicazione alla sfera emotiva ed esperienziale della vita di ciascuno, dove la
sostenibilità si riferisce ad
aspetti psicologici. Si descrivono così situazioni “insostenibili”, ovvero
di disagio, ovvero ancora di incomprensione della realtà, di un soggetto con
cui si è in rapporto, oppure di incomprensione percepita da parte degli
altri verso se stessi.
Alcuni esempi possono essere:
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sentirsi a disagio, trovarsi “fuori
posto”, in una situazione dove gli altri chiedono, si aspettano da noi, più
di quanto possiamo offrire; sperimentiamo uno scollamento tra ciò che
siamo e ciò che gli altri vedono in noi, da cui deriva un problema di ridefinizione della propria identità. La situazione psicologica è in
qualche modo “insostenibile”.
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L’incapacità di comprendere i messaggi
in un dato contesto può rendere non sostenibile una situazione e collocare
il singolo ai margini. In questo caso la situazione può essere dovuta alla
mancanza delle chiavi interpretative, soprattutto in ambiti specialistici,
laddove si faccia uso di un
linguaggio fortemente nominale, oppure ad un
gap di informazioni che non consente di collegare le nuove nozioni a
quelle già possedute. Ne è un esempio lo studente che perde alcune lezioni
di un corso ed al rientro, pur avendo le chiavi interpretative generali di
quel linguaggio, non capisce alcuni concetti perché gli mancano dei
passaggi intermedi.
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Non sostenibile è naturalmente anche
l’azione, consapevole o meno, che abbia carattere distruttivo; qui la
distruttività può configurarsi sia come causa che come effetto della
non-sostenibilità.
Il superamento del disagio, ovvero il ricondurre ciò che è insostenibile
nella sfera del sostenibile può avvenire cercando di riposizionare il
proprio essere rispetto al problema...
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La
creazione di relazioni di
comunicazione può diventare lo strumento per vincere l’insostenibilità
delle situazioni; la relazione genera maggiore consapevolezza in quanto
permette di appianare gli squilibri di comprensione. Per ricondurci
all’esempio precedente, lo studente che non riesce a capire gli argomenti
a lezione dopo una lunga assenza può decidere di chiedere spiegazioni al
docente, mettere in chiaro la propria difficoltà e, grazie alla relazione,
ricevere quegli elementi che permettono di sostenere le nuove
informazioni.
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Relazionarsi con
ciò-che-è-altro-da-sé consente, come in una sorta di effetto specchio, di
costruire la propria
identità. E, dal momento che la
percezione della
propria identità si lega fortemente alla realizzazione di situazioni
“sostenibili”, si delinea un rapporto forte che lega
identità, relazione e
sostenibilità come vertici di un triangolo o, se si preferisce,
come parti
di un unico intero.
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