Crescita economica infinita, capacità di rinnovamento limitate

 

 

Il dibattito sulla Sostenibilità incontra uno dei maggiori scogli nell'applicazione di una sinergia interdisciplinare quando si toccano gli assunti fondamentali di due tra le discipline più coinvolte: l'Economia e le Scienze Naturali.

Secondo l'approccio economico classico, uno dei cardini fondamentali risiede nella necessità di una continua crescita positiva, sostenuta da un costante aumento della produzione e dei capitali.

La crescita economica, intesa come aumento dell’output, può essere ottenuta attraverso un aumento degli input (lavoro, capitale, energia, altre materie prime) o anche attraverso l'aumento nella produttività delle risorse grazie al progresso tecnologico. Conseguenza dell'aumento indefinito della produzione è la creazione di un reddito anch'esso in aumento, strumento efficace per superare le condizioni di povertà e per garantire il progresso umano.

Un simile assunto di base richiede pertanto un costante sforzo per incrementare il volume dei beni e dei servizi resi disponibili e necessita di un apporto crescente di materie e risorse da utilizzare nella produzione.

Dal momento che il bacino di prelievo delle risorse fisiche impiegate (energia e materie prime) non può essere altro che il pianeta Terra (al momento non è assolutamente pensabile l'approvvigionamento di input da fonti extraterrestri), il processo richiede che vi sia un prelievo in continua e indefinita crescita.

Ed ecco evidenziarsi il paradosso: la Terra ha dimensioni limitate; come è possibile immaginare uno sfruttamento delle sue risorse sempre crescente?

Immagine tratta da http://www.cami74.com/fotocami74/nuccio/achivio/images/radici%20naufraghe_JPG.jpg

Il nostro pianeta è caratterizzato da una superficie limitata, è raggiunto da una quantità limitata di energia solare, le sue risorse non rinnovabili sono anch'esse limitate, così come i tassi di erogazione delle risorse rinnovabili e dei servizi degli ecosistemi.

L'ambiente naturale mantiene la propria configurazione grazie ai cicli degli elementi e delle sostanze che garantiscono un completo riciclo di materia ed energia. Alcuni di questi cicli portano all'accumulo di grandi quantità di prodotti (ad esempio, i combustibili fossili) secondo un tasso di generazione ben preciso. Sono da considerarsi non rinnovabili quelle risorse il cui tempo di formazione è di gran lunga superiore alla scala temporale umana: dal punto di vista geologico, il carbone è una risorsa che si può ricostituire, ma l'umanità non ha milioni di anni di tempo da aspettare!

Immagine tratta da: Manuale delle impronte ecologiche, Edizioni Ambiente

Per quanto riguarda le risorse rinnovabili, come la radiazione solare, i fenomeni atmosferici, le maree, le foreste, i banchi di pesce e così via, esse vengono fornite in quantità non modificabili. Per proporre un esempio, si può considerare una risorsa come il pesce che viene pescato per l'alimentazione; vi è uno stock di individui nel mare cui si aggiunge un ulteriore numero di pesci che ogni anno nascono e sopravvivono (è la capacità di rinnovamento della risorsa). Fatto 100 lo stock di base e 20 l'incremento annuo dovuto alle nascite, l'umanità sa di poter contare annualmente su un valore 20, garantendo la continuità della risorsa. Se il prelievo aumenta, il capitale di base viene depauperato e la risorsa inizia il declino. Un utilizzo sostenibile non può eccedere il tasso di rinnovamento.

In riferimento ai servizi degli ecosistemi, non va dimenticato che le attività umane tendono a produrre un'enorme quantità di scarti che vengono immessi nell'ambiente: la possibilità che queste sostanze non si accumulino, ma che vengano in qualche modo "digerite" dal pianeta è riferibile ai processi di decomposizione e, in genere, di ricircolo degli elementi, i quali sono caratterizzati anch'essi da tassi limitati: solo una certa quantità può essere smaltita in un dato periodo di tempo.

Come è possibile allora coniugare l'esigenza economica di una continua crescita con il monito delle scienze naturali che interpretano le capacità limitate del pianeta?

Immagine tratta da http://www.bimboflap.it/risorse/servizi/coloriamo/B.N/pesci.gif

Una possibile risposta dell'economia è data dalla considerazione che il capitale naturale possa essere in qualche misura sostituito da capitale artificiale, grazie anche al progresso tecnologico. Se fosse possibile mantenere il prelievo di risorse naturali entro limiti sostenibili, affidando la crescita degli input solo alla frazione di capitale artificiale (ad esempio, con una maggiore efficienza tecnologica) forse si potrebbe coniugare l'esigenza ambientale con quella economica.

Purtroppo la storia degli ultimi anni ci sta insegnando che l'aggressione agli ecosistemi si mantiene in continuo aumento disegnando uno scenario completamente insostenibile.

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