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Riflessioni sulla violenza (3/4)

L'escalation violenta del conflitto

Descritta da Glasl nel 1982 l’escalation si caratterizza per l’esistenza di "soglie", superate le quali il conflitto assume una nuova qualità: il carattere del conflitto viene modificato, e diventa difficile tornare indietro.

1° fase - Conflitto centrato sul problema

IRRIGIDIMENTO: le posizioni si cristallizzano; si sviluppa una percezione selettiva che porta a sottolineare gli aspetti positivi del proprio gruppo e si crea una maggiore coesione interna; in primo piano c’è l’oggetto del contendere.

POLARIZZAZIONE E DIBATTITO: le parti utilizzano la comunicazione come un duello verbale per vincere l’una sull’altra (contrapposizione negativa, distorsione del ragionamento dell’altro, atteggiamento che comunica superiorità…).

TATTICA DEL FATTO COMPIUTO: dalla comunicazione con le parole alla comunicazione con i fatti (“non serve parlare…”), i comportamenti diventano più negativi; la relazione con l’avversario peggiora.

PREOCCUPAZIONE per l’IMMAGINE e RICERCA di ALLEATI: la relazione diventa parte centrale del conflitto; sviluppo di una immagine del nemico totalmente negativa, ricerca di alleati.

2° fase - Conflitto centrato sulla relazione

PERDITA DELLA FACCIA: attacchi diretti alla posizione dell’altro; è la controparte in quanto tale a costituire “il problema”; ciascuna parte cerca di spiegare il “vero carattere” dell’altra, facendogli perdere la faccia

STRATEGIE della MINACCIA: compaiono atti violenti; ciascuno si sente minacciato e danneggiato da ciò che fa l’altro.

3° fase - Dalle parole ai fatti…

DISTRUZIONE LIMITATA: la comunicazione è interrotta, non si vede una soluzione al problema in cui vi sia spazio anche per l’altro, considerato ormai un ostacolo e un pericolo; azioni dirette contro la controparte, per distruggere il suo potenziale coercitivo; processi di de-umanizzazione.

DISINTEGRAZIONE: la base del potere, le risorse e la legittimazione all’esistenza dell’altro sono gli obiettivi da colpire.

DISTRUZIONE RECIPROCA: il solo scopo diventa l’eliminazione dell’altro, anche a prezzo della propria esistenza.