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Approfondimento

Plasticità neuronale: opportunità e rischio

Il numero di neuroni e la quantità di connessioni tra essi resta costante dal momento della nascita per tutta la vita nella maggior parte degli animali.

Non così accade per l'uomo.

In particolare le connessioni tra i neuroni subiscono un importante incremento nei primi sei anni di vita ed è stato dimostrato che questa crescita avviene in risposta a stimolazioni sensoriali che il bambino coglie nella sua esperienza di vita.

In altre parole, il vissuto quotidiano incide sullo sviluppo cerebrale determinando risposte che avranno un peso rilevante.

Viene detta plasticità neuronale questa capacità umana di reagire agli stimoli ambientali "adattando" in qualche modo le potenzialità del sistema di controllo, ovvero del cervello.

Se perciò l'ambiente esercita questa influenza, appare lecito porsi il problema della "qualità" delle esperienze vissute dai bambini. Appare lecito considerare come la plasticità neuronale sia, da un lato una straordinaria fonte di accrescimento della propria capacità di sostenere il cammino dell'esistenza, dall'altro una pericolosa vulnerabilità del sistema-uomo, che rischia importanti penalizzazioni nel caso in cui le esperienze formanti dei primi anni di vita fossero povere di qualità o addirittura negative.

Opportunità e rischio, dunque.

Non una semplice caratteristica biologica, ma un processo che deve svolgersi entro dei parametri di sostenibilità, dove la sostenibilità si misura con l'incidenza di stimoli sensoriali capaci di produrre crescita del potenziale intellettivo e di fornire ricchezza di segnali in ingresso particolarmente per ciò che riguarda la consapevolezza di sé e la sfera delle relazioni.