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La teoria delle risorse comuni (4/4)

Governare i Commons

Superare la tragedia dei commons: tre possibili modelli istituzionali per una gestione sostenibile

1. Leviatano (stato – autorità esterna):

E’ possibile pensare a un'autorità esterna che utilizzi strumenti coercitivi in modo tale da costringere gli attori a comportamenti “responsabili” in grado di limitare il consumo della risorsa a un livello sostenibile. (G. Hardin, 1968)

E’ in grado di creare i Δ necessari a rendere cooperativo il modello proposto utilizzando strumenti formali di monitoraggio e sanzionamento.

Per contro, emerge la necessità, per un suo funzionamento efficiente, della disponibilità di accurata informazione, di elevate capacità di monitoraggio, di sicurezza del sanzionamento dei trasgressori e di bassi costi amministrativi.

 

2. Privatizzazione (mercato):

La risorsa, prima gestita in comune, viene suddivisa tra i suoi utilizzatori eliminando il problema di azione collettiva derivante dall’interdipendenza dei comportamenti. Ogni attore si troverà quindi a giocare una partita contro la natura in un territorio più ristretto al posto di competere con altri utilizzatori per una risorsa più ampia. (R. J. Smith, 1981)

Elimina il problema dell’azione collettiva tra gli utilizzatori della risorsa che vengono trasformati in proprietari di parti di essa.

Non elimina il problema dell'informazione rispetto alle caratteristiche della risorsa e riguardo gli effetti (specie se a lungo termine) dei comportamenti adottati.

Non esclude la possibilità della distruzione volontaria della risorsa nel caso di attori dagli elevati tassi di svalutazione del tempo (per qualsiasi motivo), che giudichino cioè conveniente uno sfruttamento eccessivo nel breve periodo a scapito delle possibilità di beneficio futuro.

 

3. Autogestione (comunità – gestione endogena):

Empiricamente è stato però dimostrato come gli attori impegnati nella gestione di una risorsa comune non rimangano necessariamente prigionieri del dilemma posto da Hardin.

L’autogestione è quindi un’alternativa praticabile. (E. Ostrom, 1990)

Crea i Δ attraverso l’elaborazione di istituzioni da parte degli utilizzatori stessi.

Per ottenere tale risultato, essi devono raggiungere un accordo su un insieme di regole di comportamento riguardo prelievi e contributi rispetto alla risorsa nonché elaborare sistemi di monitoraggio e di sanzionamento per controllare i trasgressori.

Il percorso è comunque complesso, improbabile da sviluppare in tempi brevi, e rappresenta nella maggior parte dei casi un lungo cammino di adattamento al contesto ambientale e sociale in cui si svolge l'azione degli attori in oggetto.

Si tratta spesso di un processo incrementale condotto nel tempo attraverso successivi tentativi, errori e correzioni di rotta.

A volte i problemi da affrontare sono tali per cui non tutte le comunità riescono comunque a superare i costi di transazione e gli altri ostacoli posti dallo sfruttamento in comune della risorsa: in questi casi non viene raggiunto alcun accordo oppure le istituzioni create si rivelano fragili o/e inefficienti.

Le diverse soluzioni proposte hanno dato, in pratica, risultati variabili al variare della situazione: non esiste una only-way nella gestione di una risorsa comune.