Le curve alla Kuznets |
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Questa tipologia di curva è stata applicata anche alla relazione tra lo sviluppo economico di un paese ed il livello di danno ambientale registrato sul suo territorio.
Tratto da: Francois Nielson, "Income Inequality and Industrial Development: Dualism Revisited", American Sociological Review, 59 (Ottobre 1994), pp. 654-677 Secondo una visione di sostenibilità debole, che considera il capitale naturale pienamente sostituibile dal capitale artificiale, anche le problematiche ambientali potrebbero essere risolte dai singoli stati con il progredire del loro benessere economico; la ricchezza porterebbe le popolazioni e gli stati ad "accorgersi" dello stato degli ecosistemi e a prendersene cura. Questo tipo di convinzione deriva da studi fatti sulla città di Londra dove, in effetti, a partire dalla rivoluzione industriale ad oggi si disegna piuttosto bene una curva alla Kuznets e l'ambiente appare molto migliorato dopo un'iniziale aumento del danno. Purtroppo questo approccio si pone solamente ad una scala locale ed è difficilmente applicabile su scale più ampie. Infatti con la delocalizzazione delle attività produttive, molti paesi occidentali oggi possono permettersi un livello di qualità ambientale più alto a fronte di una cresciuta ricchezza, poiché le fabbriche e gli impianti inquinanti sono stati trasferiti in aree geografiche dove il costo del lavoro è più basso, mentre la redditività che ne deriva è comunque goduta da cittadini di quel paese. Le curve alla Kuznets mostrano un andamento comunque interessante, ma vanno certamente ripensate in un'ottica di sostenibilità, tenendo conto del livello globale. |