La diffusa e tuttora crescente valorizzazione degli aspetti quantitativi della ricerca scientifica ‘mainstream’ viene sempre più frequentemente sottoposta a riflessioni critiche da parte di studiosi, ricercatori, pensatori che a partire da una varietà di ambiti mettono in discussione l’idea che l’approccio analitico e quantitativo sia il più adeguato, o addirittura l’unico legittimo, per affrontare i problemi socio-ambientali che l’umanità deve attualmente fronteggiare.
La complessità e l’interdipendenza dei processi studiati, il sistematico presentarsi di ‘sorprese’, il confronto continuo con condizioni di ignoranza sollecitano la comunità scientifica a prendere in considerazione la dimensione dell’incertezza, a valorizzare una molteplicità di punti di vista e di prospettive, a promuovere atteggiamenti di umiltà e scelte reversibili nei processi decisionali.
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