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Ascolta la registrazione della performance "Demetra e Persefone"
Lavorare sul concetto di sostenibilità e impegnarsi nella definizione ed attuazione di un futuro sostenibile, implica necessariamente il riflettere non solo in modo inter-disciplinare, ma anche e soprattutto in modo trans-disciplinare, ovvero mettendo in dialogo tra loro modalità di conoscenza, culture e paradigmi concettuali distinti. I problemi socio-ambientali che caratterizzano il nostro tempo sono, nella loro essenza, complessi e controversi e come tali richiedono l’utilizzo di strumenti, metodologie e approcci provenienti non solo da discipline diverse ma anche da culture e visioni del mondo distinte, che vanno armonizzate e impiegate in sinergia. La complessità di tali problemi implica l’impossibilità di ottenere una singola e certa versione dei fatti, mediante il parere di qualcuno univocamente riconosciuto come “esperto”, e dalla quale discenda automaticamente il miglior corso d’azione. Dalla dimostrazione dello stato delle cose si passa così ad un dialogo aperto, nel quale non solo diverse competenze, ma anche diverse modalità di conoscenza ed esperienza si articolano e si armonizzano per giungere ad una decisione condivisa, non più solo “informata”, ma “saggia” (dove per saggezza si intende, per l’appunto l’integrazione di conoscenze ed esperienze).
Nella ricerca di un tale dialogo trans-disciplinare, non si pone solo il problema di valutare la qualità di una conoscenza proveniente da una singola disciplina, con dei meccanismi consolidati, ma anche, a monte, la questione della legittimità, attinenza, idoneità ed efficacia di tale forma di conoscenza nel merito della questione da affrontare. In particolare, mentre la legittimità degli approcci inter-disciplinari è di norma assunta a priori, una volta assicurata la qualità della conoscenza delle singole discipline in gioco, qui invece si pone il problema di includere (o non includere) dei paradigmi concettuali diversi, ovvero delle modalità di conoscenza distinte. Questo apre delle questioni epistemologiche nuove sulla natura della scienza, e più in generale sulla creazione, valutazione e legittimazione di nuova conoscenza.
Nella giornata di studio ci si propone dunque di esplorare il ruolo della scienza, in relazione ad altri tipi di conoscenza, siano essi elaborati dalla cittadinanza estesa, siano essi creati nell’ambito di percorsi artistici. Nell’aprire un dialogo tra scienza e altre modalità di conoscenza e azione, emerge la necessità di mettere in discussione l’intero processo di creazione, di legittimazione ed infine di possibile condivisione della conoscenza in senso ampio. Ciò significa riflettere sul confine tra esperti e non esperti, tra codice astratto e specialistico ed esperienza diretta, tra conoscenza qualitativa e conoscenza quantitativa, tra soggettività e individualità dell’arte e oggettività e universalità della scienza, e infine, tra i beni comuni a nostra disposizione, da un lato i limiti biogeofisici del pianeta, d’altro lato la creatività del pensiero e dell’agire umano, imprescindibilmente inserita in essi.
Le seguenti domande aperte sono state fornite ai relatori come spunti di riflessione comune sui quali elaborare i propri interventi
Si può intendere per conoscenza inter-disciplinare il coordinare e il mettere in dialogo epistemologie, metodologie, codici linguistici, modi di operare provenienti da discipline distinte, per arricchire la consapevolezza critica delle singole discipline in gioco e per collaborare (aiutarsi a vicenda nello svolgimento delle proprie attività). È molto comune oggi, utile in molti frangenti, tende a mantenere i medesimi paradigmi disciplinari di partenza e ad associare competenze diverse in parallelo. Si può intendere per conoscenza trans-disciplinare la creazione di nuove epistemologie, metodologie, codici linguistici, modi di operare, che trascendono quelli delle singole discpline, per cooperare (lavorare insieme per svolgere una comune attività). In questo caso mettono in discussione i paradigmi usati per interpretare ed agire sulla realtà. Come si creano nuove conoscenze trans-disciplinari? Come se ne valuta la qualità? Che ruolo hanno nella rappresentazione e nella gestione delle questioni socio-ambientali complesse e controverse? Che ruolo hanno nell’immaginare e nel costruire futuri “sostenibili”?
Può la conoscenza proveniente da un percorso artistico contenere dei principi generali, universali che abbiano rilevanza al di fuori e al di là dell’esperienza individuale di chi crea e di chi fruisce? Può la conoscenza proveniente da una ricerca scientifica contenere in sé una relazione con la specificità di chi crea e di chi fruisce, ovvero con il contesto nel quale è creata, l’approccio metodologico, le finalità per le quali è prodotta?
Quali ruoli ed equilibri per la conoscenza qualitativa e la conoscenza quantitativa, per quella specialistica e quella esperienziale? Che relazione stabilire tra codice astratto ed esperienza concreta (nella ricerca scientifica, nella musica, nel teatro) nell’affrontare le questioni ambientali, nell’immaginare e costruire futuri sostenibili?
Quale tipo di confine, di relazione si stabilisce tra esperti (nell’arte come nella scienza) e non esperti (i fruitori, il pubblico, i cittadini)? Di norma relazione gerarchica. Come rielaborarla perché diventi creativa e responsabilizzante per tutti? Nella relazione tra esperto-scienziato e pubblico, tra esperto-decisore e cittadino, tra esperto-artista e pubblico.
Conoscenza certa, incerta, ignoranza. (gnarus = esperto- pratico, ignorare volutamente/consapevolmente vs. inconsapevolmente) La conoscenza scientifica identificata nel modello tradizionale con un tipo di conoscenza certa, l’incertezza è marginale, accidentale, eliminabile (mediante approssimazioni successive, simulazioni, strumenti di calcolo). La tecnoscienza (ad “alta potenza” e concentrata nelle mani di pochi - cioè anche ad “alto potere”) oggi non sperimenta più in laboratorio, un ambiente chiuso e controllato, in modo semplificato e reversibile ovvero ripetibile, ma direttamente sui sistemi viventi, e sui cicli biogeofisici del pianeta, in modo irreversibile. Questo tipo di esperimento (che non è più tale, ma diventa esperienza- e anche questo sarebbe interessante da sviluppare) coinvolge sistemi di una tale complessità su scala locale e globale che l’incertezza è radicale, intrinseca, non eliminabile. E oltre all’incertezza la dimensione dell’ignoranza diventa fondante. Nell’ideale positivistico moderno all’ignoranza è di norma associata una connotazione negativa, connessa all’irrazionale, alla paura. Vorremmo ripensarla come una zona di confine, un vincolo sul quale fare presa per acquisire maggiore consapevolezza del proprio pensare e agire (per una conoscenza, una scienza e tecnologia dell’umiltà). Il confine tra il noto e l’ignoto può essere terreno fertile. Pedagogia dell’ignoranza, il valore cognitivo dell’ignoranza.
E più in generale: il ruolo del confine, del limite nella creazione e condivisione di nuova conoscenza. I confini come opportunità creativa (corporei, percettivi, linguistici, storici, biologici, evolutivi, biogeofisici del pianeta…). I confini come terreno di resistenza, di attrito, attraverso il quale il processo creativo avviene.
- PREFAZIONE
- PROGRAMMA
- INTRODUZIONE
- INTERVENTI
- NUOVI SAPERI PER UN FUTURO SOSTENIBILE - Marcello Cini (Università La Sapienza, Roma)
- CONVIVIALITÀ DI CONOSCENZE DIVERSE - Ângela Guimarães Pereira (Joint Research Center, Ispra)
- IL TEATRONATURA COME VIA DI CONOSCENZA E LUOGO DI TRASFORMAZIONE - Sista Bramini (O Thiasos, Roma)
- TRACCE, SOGLIE, SILENZI: DIZIONARIO MINIMO DI CONFINE TRA SCIENZA E CONOSCENZA - Francesca Ferri (O Thiasos, Roma)
- DEMETRA E PERSEFONE
- CONVERSAZIONE CON SISTA BRAMINI E FRANCESCA FERRI
- INTERVENTI DEI MEMBRI DEL CENTRO IRIS
- LA COLTIVAZIONE DI PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE COME QUESTIONE SOCIO-AMBIENTALE COMPLESSA E CONTROVERSA - Giuseppe Barbiero, Vincenzo Guarnieri et al.
- DI SILENZIO IN SILENZIO - Elsa Bianco, Elena Camino
- SCIENCE, SOCIETY AND SUSTAINABILITY: EDUCATION AND EMPOWERMENT FOR AN UNCERTAIN WORLD - Laura Colucci-Gray, Daniela Marchetti et al.
- CONCLUSIONI
- BIBLIOGRAFIA
- BIOGRAFIE DEI RELATORI
- IL CENTRO DI RICERCA IRIS
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