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Il linguaggio visivo nella scienza |
Progetti di conoscenza tra scienza ed altre forme di percezione |
Nel 2004 il giornalista e attivista inglese Mark Lynas pubblica un libro sulla questione del riscaldamento globale dal titolo High Tides. Il problema del cambiamento climatico è affrontato attraverso le vicende personali degli abitanti delle zone attualmente già sottoposte ad un alto stress ambientale. Lynas li incontra personalmente ed accosta alle testimonianze verbali alcune immagini fotografiche, da lui scattate. Si passa così dalla siccità che spopola interi villaggi nella Cina meridionale, alle Isole Tuvalu, invase dalle acque oceaniche, ai ghiacciai del Perù che si ritirano, con conseguenze pratiche sulle riserve idriche della capitale Lima e culturali sugli antichi rituali delle popolazioni andine.
Peru’s Melting Point 1: Qollyur Rit'i - www.marklynas.org Nel libro la prospettiva quantitativa astratta dei dati a disposizione dialoga con quella concreta delle persone coinvolte, e si arricchisce di prospettive culturali diverse, attraverso le quali il problema assume molteplici rappresentazioni - non traducibili o riducibili a quella quantitativa della scienza occidentale -, tutte egualmente legittimi e rilevanti. Il linguaggio visivo è qui utilizzato come strumento epistemologico qualitativo; l’osservatore dialoga con la realtà osservata come parte integrante di essa, evidenziando la molteplicità di prospettive possibili e includendo il registro soggettivo ed emotivo. All’esperimento scientifico si accosta e si sostituisce l’esperienza diretta. In un altro esempio significativo di dialogo costruttivo tra scienza quantitativa ed altre forme di conoscenza qualitative si esplorano le conseguenze del cambiamento climatico sulle correnti oceaniche. In collaborazione con il Southampton Oceanography Centre Association of Science Education, la Geographical Association ed altri enti britannici, l’artista David Buckwald è alla guida del progetto Cape Farewell, nel quale si organizzano sin dal 2003 delle spedizioni nel Mar Glaciale Artico, a bordo della nave Noorderlicht, lungo rotte un tempo impraticabili perché ghiacciate, oggi navigabili per effetto dell’innalzamento della temperatura. Si legge nella missione di Cape Farewell: "Navigando fisicamente al cuore del dibattito e raccogliendo scienziati del Southampton Oceanography Centre, responsabili di politiche educative della Association of Science Education e della Geographical Association, artisti rinomati, Cape Farewell si propone di attrarre la pubblica attenzione sugli effetti delle correnti oceaniche su di noi e sul nostro clima, rivelando il funzionamento di questa parte cruciale del pianeta attraverso esperimenti scientifici, film, testimonianze dal vivo sul web, e le intuizioni di artisti ed esperti di educazione. Il conseguente impatto delle spedizioni sarà un aumento della consapevolezza ambientale e della comprensione del funzionamento delle complesse forze che agiscono sotto la superficie del mare, ottenuto insieme a scuole, scienziati, artisti ed il pubblico".
© Antony Gormley - www.capefarewell.com Nelle spedizioni si raccolgono dati scientifici sull’entità del riscaldamento delle acque e sulle sue conseguenze climatiche ed ecosistemiche. Nel contempo, gli educatori a bordo raccolgono materiale didattico multimediale, e gli artisti traggono l’ispirazione ed il materiale per creare le loro opere. Come nel caso precedente, l’esperienza diretta in una realtà in fieri diventa fondante ed è trasmessa come tale all’opinione pubblica. Inoltre, in questo caso, l’approccio scientifico sperimentale è attuato contemporaneamente ed in parallelo ad altre forme di conoscenza della medesima porzione di realtà. Qualità e quantità dialogano dunque realmente sullo stesso piano. Il registro visivo, emotivo ed intuitivo dell’arte si accosta e si relaziona attivamente con quello razionale ed analitico della scienza. Il dialogo non gerarchico tra sistemi di conoscenza diverse e non conciliabili pare lo strumento ideale per rappresentare un problema complesso e controverso come quello del riscaldamento globale e per acquisirne una più profonda consapevolezza. |